Twilight Saga #6: New Moon parte prima, cioè la tua anima è più importante del tuo colino, volevo dire, del tuo cervello
Che sorpresa, New Moon inizia uguale uguale come iniziava il primo libro, come iniziano del resto pure il terzo e il quarto, con la scenetta mozzafiato avanti-lampo sprizzante alta tensione che lo sappiamo, dopo un’infinità di noiosissimo strazio – centinaia e centinaia di pagine di strazio – ce la ritroveremo in fondo al libro, evviva!, giusto il tempo per vederla rattrappire e poi affondare nello stesso infinito noiosissimo strazio che c’era prima – che insomma è un po’ il marchio di fabbrica di Stephenie Meyer, incapace di metter su e sviluppare qualsiasi cosa che sia un minimo interessante e avvincente, che pena!, non sa far altro che appiattire e impaludare tutto quanto nella sua solita ripetitiva insignificanza; ma cominciamo, dicevo l’avanti-lampo, eccolo
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le gambe sembravano lente, ma le lancette della grande torre campanaria non accennavano a rallentare [...] circondata da avversari straordinariamente pericolosi [...] al primo rintocco delle campane, capii di essere in ritardo
un incalzante precipitarsi ad orologeria, che tensione!, coi cattivoni in agguato e i rintocchi cenerentoleschi e la protagonista, Bella, che corre disperata chissà dove – ve lo anticipo: si trova in Italia, a Volterra, braccata dagli sgherri famelici della famiglia di vampiri mafiosi, mentre c’è Edduccio svergognato che sta facendo lo striptease in piazza davanti a tutti, e Bella che forse – forse! – riuscirà a raggiungerlo e a fermarlo appena in tempo, prima che si tolga le mutande – eh? uh? cosa? come? che storia è? aspettate, ci arriviamo tra un po’ (prossime puntate); adesso, invece, ecco che piano piano sfuma l’avanti-lampo e torniamo indietro nel tempo, al presente: è trascorso qualche mese dal primo libro, Bella ed Edduccio sono fidanzati e tutto fila via liscio, sono la coppia più alla moda, la più invidiata della scuola – i pischelletti comuni mortali smaniano per somigliare a Edduccio (è come l’epoca Brandon Walsh, il trucco sta nel ciuffo – l’ingrediente segreto è la saliva), non c’è storia
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[Mike Newton] aveva cambiato taglio di capelli; anziché ispida, portava la chioma biondo cenere più lunga, in un apparente disordine fissato con il gel. Non era difficile capire a chi si ispirasse; ma il look di Edward non lo si poteva ottenere per mera imitazione
Bella ed Edduccio vanno d’amore e d’accordo, sì, ma c’è un problemino: Bella insiste che vuole diventare vampira ed Edduccio non è d’accordo, Bella sta per festeggiare i suoi diciotto anni e così, quindi, c’avrebbe un anno più di Edduccio, che ce ne ha diciassette da un secolo, all’incirca, e Bella c’ha paura di non andargli più bene,
si fa certe terribili fantasie paranoiche
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io: vecchia, rugosa e rinsecchita. Edward era al mio fianco [...] la sua bellezza straziante e il suo aspetto da eterno diciassettenne. Sfiorò con le labbra ghiacciate e perfette la mia guancia devastata. «Buon compleanno», mi sussurrò
i diciotto anni di Bella sono una tragedia annunciata, “temevo l’arrivo di quel momento”, e non serve a tirarla su di morale l’abbagliante assurda figacciosità di Edduccio, delle cui attrattive straseducenti troviamo subito un minuziosissimo elenco riassuntivo – perché l’urletto ansioso che apre il libro dev’essere istantaneamente mitigato da una botta di estasiata tenerezza bimbominkia,
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i suoi occhi liquidi di topazio [...] i capelli bronzei, spettinati [...] i denti perfetti e brillanti [...] Il suo modo di parlare fluido e articolato era per me inimitabile
non serve a tirarla su di morale nemmeno il lussuoso regalone che vorrebbe farle Edduccio – pubblicità,
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“Sai cosa farebbe per te? Una bella Audi Coupé. Silenziosa e potentissima…“
(perché dopo il successo stratosferico del primo libro, insomma, altro che Volvo – Audi, Mercedes, Porsche, Ferrari! – sarà un continuo susseguirsi di siparietti promozionali coi personaggi che si prendono una pausa dalla storia – salve, sono Troy McClure – e si trasformano in concessionari piacioni d’auto usate) quel pomeriggio, quello del suo compleanno, Bella ed Edduccio se ne stanno sul divano di casa a guardarsi in televisione Romeo e Giulietta – Bella è una fan bimbominkia di Romeo,
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Era uno dei miei personaggi preferiti. Prima di incontrare Edward mi ero quasi presa una cotta per lui
Edduccio coglie l’occasione per raccontarle che ha tentato diverse volte il suicidio ma gli è sempre andata male, un fiasco dietro l’altro, perché un vampiro può essere ucciso soltanto da un altro vampiro (o da un licantropo, anche, ma di questo parleremo più avanti), e siccome Edduccio ha sempre bazzicato il giro dei vampiri vegetariani pacifisti e nonviolenti, per nulla propensi allo scannarsi vicendevolmente, di tanto in tanto gli veniva voglia d’andarsene in Italia a stuzzicare i vampiri mafiosi, il cosiddetto clan dei Volturi,
che sono dei rissosissimi bburinoni attaccabrighe come quelli che trovi assiepati sui motorini davanti alle sale giochi di periferia “che te stai a guardà? eh? che te stai a guardà?” che se gli rompi le scatole ti sbranano senza pensarci due volte,
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“pensai di andare in Italia, a scatenare l’ira dei Volturi [...] Una famiglia di nostri simili, molto antica e potente [...] i Volturi non vanno fatti arrabbiare [...] A meno che non si cerchi la morte”
(e appunto quello svergognato di Edduccio, vedrete, alla fine di questo secondo libro proverà ad attizzare “l’ira dei Volturi” facendogli lo spogliarello davanti casa, nella piazza principale della loro città-quartiergenerale)(oh, mi sarei incazzata pure io)
Quella stessa sera, poi, c’è la festa di compleanno organizzata dai Cullen, la famiglia-vampira di Edduccio: ci sono la torta e i regali e le candeline, Bella è felice e sembra andare tutto per il meglio quando all’improvviso ZAC! succede il fattaccio, la festa finisce in vacca – Bella si taglia con la carta dei pacchi regalo,
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Dalla ferita invisibile colava una minuscola goccia di sangue
uh, papercut! (tratto dalla compilation di reazioni bimbominkia)
c’è il vampiro Cullen più giovane, Jasper, quel pirla che nel primo libro s’era fatto infinocchiare con un semplice “scusa vado un attimo al gabinetto”, che all’odore del sangue perde la testa e salta addosso a Bella, GROWRRR!, per fortuna c’è Edduccio prontissimo che scatta per difenderla,
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Jasper si scontrò con Edward e il fragore fu lo stesso di una valanga di rocce.
sembra d’essere tornati ai bei tempi delle amichevoli mazzate tonanti in camporella ma invece no, Edduccio e Jasper se le danno di santa ragione, spaccano vetri e finestre dappertutto e le schegge feriscono Bella, un macello, finché poi si mette in mezzo il vampiro capo, il dottor Cullen, che separa Edduccio e Jasper e ordina a tutti quanti di calmarsi: rimane da solo con Bella, le sistema un paio di cerotti qua e là e nel frattempo per rilassarla le parla della sua fede in Dyo, yuppi!, è l’ora della lezioncina di mormonismo vampiro,
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“nei quasi quattrocento anni trascorsi dal giorno della mia nascita, niente mi ha mai fatto dubitare dell’esistenza di un Dio, in una forma o nell’altra [...] la mia illusione, forse assurda, è che, se proviamo a fare del nostro meglio, ci verrà riconosciuto“
per cui, ecco, i vampiri vegetariani si piegano alla tipica bieca retorica cristiana “se non c’è dyo non c’è morale”, e si fa del bene – nel caso specifico: ci si astiene dal ciucciare altri esseri umani – secondo un principio esterno, sorvegliato dall’alto, nella speranza un giorno di aver accumulato abbastanza Punti Sorriso da vincere qualche specialissimo premio fedeltà (“appena sono in paradiso, che tutti i desideri si realizzano – uuuh non vedo l’ora – voglio un essere umano da ciucciare!”); il dottor Cullen dice a Bella che Edduccio, invece, c’ha un’idea più pessimista della cosa,
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“Per lui Dio e il paradiso esistono… così come l’inferno. Ma non crede che per quelli come noi ci sia un aldilà [...] secondo lui siamo esseri che hanno perso l’anima“
ed è per questo che Edduccio s’oppone alla vampirizzazione di Bella, mica perché è disgustato all’idea di averci sul groppone una piattola bimbominkia per tutta un’eternità, no no, ma perché non vuole farle perdere l’Anima: Edduccio è così cristianamente innamorato che mette l’esclusivo benessere fisico e spirituale di Bella sopra ogni altra cosa, ed è per questo che dopo il fattaccio-papercut decide di andarsene,
CITAZIONE
“a modo mio, ti amerò sempre. Ma quel che è successo l’altra sera mi ha fatto capire che è ora di cambiare [...] Tu non sei la persona giusta per me, Bella”
le fa questo discorsetto d’addio che è un torcibudella bimbominkia – ooooowwww – si sono dati appuntamento nel bosco ed Edduccio le dice così, che è finita, e le dice anche
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“Vorrei chiederti un favore, però [...] Non fare niente di insensato o stupido”
e cioè quindi il discorsetto, complessivamente, suona come “oh senti io me ne vado, troppi guai, mi sono rotto, ma tu comunque mi raccomando, finché vivi non fare cazzate” – Bella è devastata ma Edduccio, da vero esperto dongiovanni sentimentalone, sa quali ultime parole sono le più adatte a confortarla e darle speranza nel futuro,
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“Non preoccuparti. Sei un essere umano… la tua memoria è poco più che un colino”
e se ne va, lasciando Bella da sola. Per sempre?… umpfAH AH AH
(nella prossima puntata: il triangolo lovvoso, Edduccio e il citofono telepatico, il licantropo che ce l’ha enorme)